Napoleone e l’urbanistica del XIX secolo
La pianificazione urbana
I principali cambiamenti tra il XVIII e il XIX secolo.
I principali cambiamenti tra il XVIII e il XIX secolo.
Un filosofo straniero e istruito che arrivasse con gli occhi bendati [a Parigi] potrebbe esclamare: sì, ci sono; qui c’è la mano di un monarca; egli ha detto: che questo terreno sia tagliato a scacchiera; senza sinuosità
Louis-Sébastien Mercier, Tableau de Paris, Paris, Mercure de France, 1994, tome 1, Chap CDLIII, p. 1244.
Nella seconda metà del XVIII secolo, in Francia, cresce l’interesse per la valorizzazione delle città. Gli specialisti di architettura, ma anche gli scrittori e persino il grande pubblico reclamano dei lavori per migliorare le condizioni di vita nelle città, in particolare a Parigi.
Dopo gli sconvolgimenti della Rivoluzione francese del 1789, Napoleone cerca di rendere l’arte di costruire uno strumento politico ed ideologico di primaria importanza durante il Primo Impero. In questo contesto, il suo regno porta ad un periodo di profonda trasformazione in Europa, nel modo di pensare e di sviluppare l’architettura e l’urbanistica.
I cambiamenti amministrativi e istituzionali legati alle trasformazioni stilistiche e ai discorsi politici fanno dell’architettura un elemento chiave del processo di “nuova romanizzazione”, promosso dal sistema sovranazionale di Napoleone durante il Primo Impero.
Le città cominciano ad essere rimodellate nello spirito della grandezza dell’Impero. Piazze come la Piazza Napoleone (oggi Piazza Grande) a Lucca o la Piazza Duomo a Milano sono una reinterpretazione dei fòri romani, e attestano la novità dei grandi spazi rispetto alla limitatezza delle città circondate da mura.
Questo desiderio di concepire una città nella quale l’antico e il moderno si confrontino in un insieme unitario, mostra come la nozione di urbanistica assuma un significato globale e complesso, manifestazione di un nuovo spirito sistemico. Allo stesso modo, in quest’epoca cambia l’atteggiamento verso i resti dell’Antichità. Non sono più considerati come semplici vestigia del passato, ma come una scena della vita moderna, lo scenario simbolico del nuovo Impero. I monumenti sono sottoposti a scavo, restaurati, liberati dagli edifici che li circondano e collocati in giardini dai vialetti alberati come le promenades archeologiche.
I grandi viali alberati diventano catalizzatori della struttura urbana, luoghi di passaggio e di vita sociale. Nel 1800 Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, realizza la passeggiata alberata intorno alle mura e ai bastioni di Lucca in Italia, sottolineando così la forma geometrica della città.
Dal periodo classico, l'intervento nella città ha spesso assunto forme geometriche: i boulevard, le grandi avenues che partono da Parigi così come le città nuove come Versailles sono decisamente geometrici. Questa geometria è utilizzata come un modo per manifestare la volontà umana.
La città nuova ha una pianta a scacchiera, con grandi strade perpendicolari, come quelle dell'Impero Romano. Questa urbanistica e l'architettura neoclassica, con la loro attenzione alla simmetria e alla geometria, riflettono un ideale di ordine e rigore in contrasto con le strade strette e tortuose della città medievale. A Parigi, la rue de Rivoli ne è un perfetto esempio. Gli espropri e le demolizioni incominciano nel 1802. Gli edifici di questa via parallela al Louvre sono progettati con portici coperti, "accessibili al pubblico con qualsiasi tempo, [essi] offriranno a coloro che frequentano il giardino un rifugio sicuro e comodo durante quei temporali imprevisti, così frequenti durante la bella stagione ". Nel caso della città nuova di Pontivy, la rue Impériale (oggi rue Nationale) collega l'antico agglomerato medievale e il suo castello del XV secolo al quartiere napoleonico.
La costruzione di un nuovo ordine e della centralizzazione passa attraverso una "decostruzione" del territorio dell'Antico Regime. Nel Settecento si è imposta l'idea di una concezione globale dell'ambiente urbano, dettata dal desiderio di conciliare ogni intervento urbano con le precise esigenze di un ordine scenico. Fontane, scale e giardini erano tutti elementi urbani che permettevano un collegamento equilibrato tra architettura e ambiente circostante.
Durante l'epoca napoleonica, l'ambiente urbano è concepito come un aspetto essenziale della vita del cittadino. Nelle città di nuova costruzione (Napoléonville, Napoléon-Vendée), gli edifici sono gerarchizzati secondo le loro funzioni e gli spazi sono progettati in modo simmetrico e razionale. L'obiettivo è quello di raggiungere un equilibrio formale tipico dell'arte classica, recuperando modelli storici che valorizzino la grandezza dell'impero. Le città devono quindi essere funzionali, sicure, igieniche e verdi.
L’evoluzione del concetto di proprietà nel XVIII secolo, secondo quanto enunciato nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, è stata uno dei più importanti cambiamenti che hanno fortemente influenzato lo sviluppo delle città.
Creato in Francia nel 1791, il catasto viene migliorato e rafforzato sotto Napoleone con il cosiddetto "catasto napoleonico" (1807). Esso consente una tassazione più giusta, che tiene conto del valore locativo di ciascun appezzamento e delle rendite di ciascun proprietario. Il suo sistema è applicato, spesso in aggiunta a quelli esistenti, in diversi paesi come i Paesi Bassi, la Germania e l’Italia. Ne ritroviamo ancora le tracce nel catasto attuale.
Lungi dall’essere unicamente uno strumento fiscale, il catasto mira ad instaurare l’uguaglianza di tutti davanti alla legge. L’imposta fondiaria non può dunque più essere legata alle condizioni sociali: diventa una questione individuale. Ormai la proprietà è riconosciuta come un diritto sacro e inviolabile.