Scopri la storia della simbologia della mela a partire da Adamo ed Eva a Isaac Newton, passando per la fiaba e il mito antico
Fu davvero una mela quella che mangiò Eva nel Giardino di Eden?
Nei capitoli 2 e 3 del libro di Genesi, leggiamo che Adamo e una donna vengono messi in un giardino, chiamato Giardino di Eden, con il compito di coltivarlo e averne cura. Dio avverte poi la coppia di non mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, pena la morte. Tuttavia, un serpente porta la donna a disubbidire, così finisce per mangiare il famoso “frutto del peccato". Questo gesto scatena l‘ira di Dio che punisce prima quest'ultima dicendole che "avrebbe partorito con dolore" e che “il suo desiderio l’avrebbe spinta verso il marito, il quale l’avrebbe dominata". E poi punisce Adamo dicendo che "avrebbe lavorato con fatica" e "con il sudore della sua faccia" fino a quando "sarebbe diventato polvere". Fu in quel momento che Adamo chiamò sua moglie Eva, "perché sarebbe diventata la madre di tutti i viventi". Entrambi vengono infine cacciati dal Giardino di Eden.
Allora, dov'è questa mela? Spesso il frutto dell'albero della conoscenza è associato a una mela, ma in realtà la Bibbia ebraica non lo specifica. La mela è un frutto che cresce nell'Asia centrale e quindi la sua familiarità può essere una delle ragioni per cui è diventata il simbolo di tutta questa storia. Un altro motivo potrebbe derivare dalla traduzione della Bibbia ebraica in latino, dove la somiglianza tra le parole latine "male" e "mela" - entrambe versioni della parola "malus" - ha generato una confusione. In italiano moderno, "mela" è il frutto, mentre "male" è tutto ciò che è malvagio. Quindi, no, non sappiamo con certezza che Eva abbia davvero mangiato una mela nel Giardino di Eden.
È stata una mela avvelenata ad uccidere Biancaneve?
L'idea che la mela sia associata alla disgrazia trova conferma nella favola di Biancaneve. Quando lo specchio delle brame le dice che Biancaneve è la più bella del reame, essa prepara una mela avvelenata, dall'aspetto appetitoso. Si traveste da contadina e va a bussare alla porta della fanciulla. L'ipocrisia della strega si riflette persino nella mela che ha creato, che è avvelenata solo per metà. Infatti, quando la spezza in due per condividerla con Biancaneve, la regina si salva, mentre al primo morso Biancaneve cade per terra priva di sensi.
Beh, non è proprio morta.
Dopo "molto, molto tempo", arriva un principe che convince i nani a consegnargli la bara con dentro Biancaneve. Nel trasportarla, uno di loro inciampa, facendo cadere il boccone di mela dalle labbra di Biancaneve. La fanciulla apre gli occhi, si rimette in piedi, sposa il principe e “visse per sempre felice e contenta…” Quindi, no, la mela non uccise Biancaneve. Ma il finale non è altrettanto felice per la regina cattiva che, nella versione originale scritta dai fratelli Grimm, è costretta a indossare delle scarpe di ferro riscaldate nei carboni ardenti e a "ballare finché non cade a terra morta". Che misera fine.
Fu una mela a scatenare la guerra di Troia?
Ecco un altro caso in cui la mela è il frutto della tentazione, questa volta tratto dalla mitologia classica greca e romana.
Un giorno, viene organizzata una festa di nozze alla quale vengono invitati tutti gli dei, tranne Eris, dea della discordia. Infastidita dal fatto, Eris lancia una mela d'oro agli invitati. Il frutto reca la scritta "Alla dea più bella", ma gli invitati non riescono a decidere chi sia. Così lasciano a Paride - un principe troiano (umano) - il compito di decidere. La scelta è tra Giunone, Minerva e Venere (conosciute anche con i nomi greci di Era, Atena e Afrodite, che nella versione greca gli offrono dei doni per corromperlo). Comunque, il principe sceglie Venere/Afrodite, che è spesso raffigurata con una mela. Secondo la mitologia, questo aneddoto portò allo scoppio della guerra di Troia. Quindi, sì, è possibile che una mela abbia portato - indirettamente - all'inizio della leggendaria guerra di Troia.
Perché Guglielmo Tell sparò a una mela posta sulla testa di suo figlio?
Il tema della guerra va di pari passo con quello del coraggio. Probabilmente conoscete la storia di Guglielmo Tell che colpì una mela posta sulla testa del figlio, ma sapete perché? La leggenda risale all'inizio del XIV secolo.
Si narra che nel 1307 Guglielmo Tell venne arrestato insieme al figlio Walter per non essersi inchinato a un cappello appeso a un palo. Il cappello apparteneva ad Albrecht Gessler, il nuovo Vogt (una sorta di signore feudale) di Altdorf, in Svizzera. Per punizione, Tell e suo figlio dovettero essere giustiziati - a meno che Tell non riuscisse a centrare in un colpo solo una mela posta sulla testa del figlio. Tell impugnò la sua balestra e il resto è storia.
Era una mela quella che cadde sulla testa di Isaac Newton?
Quando la mela si spaccò e cadde sul suolo - e quando più avanti nella storia Gessler stesso cadde a terra per l'impatto della seconda freccia della balestra di Tell - fu una forza ad agire su di loro, la stessa che avrebbe portato lo scienziato Isaac Newton a sviluppare la sua famosa teoria alla fine del 1660. Non fu il momento "Eureka" come spesso viene chiamato - e no, la mela non colpì Isaac Newton sulla testa - ma fu un momento significativo per lo sviluppo della legge di gravitazione universale.
Newton vide una mela cadere da un albero di "Fiori di Kent" - l'albero si trova ancora nel parco di Woolsthorpe Manor nel Lincolnshire, Regno Unito - e suscitò una serie di riflessioni. Perché una mela cadeva sempre perpendicolarmente (ad angolo retto) rispetto al terreno? Deve esserci qualcosa nella terra che l’attrae. E la mela cade effettivamente perpendicolarmente o cade verso il centro della terra?
Newton concluse che la mela è attratta dalla terra, ma che anche la terra è attratta dalla mela. Ampliando questa riflessione, si rese conto che poteva esistere anche una relazione gravitazionale tra la terra e la luna che influenzava i loro movimenti e le loro orbite.
Perché New York è chiamata la "Grande Mela"?
Abbiamo visto che le mele sono il simbolo dell'innovazione scientifica o, più semplicemente, delle “grandi idee”. Altrove, la mela simboleggia un premio importante soprattutto nelle corse dei cavalli. Ed è da qui che deriva il nome "Grande Mela" associato alla città di New York, il luogo dei “grandi premi”. L’espressione è nata ufficialmente come soprannome per la città di New York nel 1971.
Traduzioni: Angelica Giallombardo, Fondazione Europeana